CARAMELLA
31/10/1999 – 12/05/2009
da:
FIGIT
X
ALBA
Provo a raccontare che specie di creatura formidabile abbiamo avuto l’onore e la gioia di avere con noi per tutto il tempo della sua vita. Ci provo, anche perché a qualcuno potrebbe saltare in testa che esagero. Ci provo perché quando affermai che lei, più che capire, comprendeva, l’Espertone in Pet Therapy, di quelli con la E maiuscola, si è sentito subito in dovere di pontificare, precisando che “i cani non possono comprendere” e che chi dice il contrario commette l’errore d’ignoranza di antropomorfizzare il cane, cioè di attribuire al cane pensieri e comportamenti umani che non gli appartengono: io provo sempre pietà per chi sente solo con i cinque sensi. Mi fanno pena quelli che apprendono soltanto nozioni e non si fidano della coscienza arcaica. Non so che cani abbia questo eccelso luminare, ma penso di intuire qual è il suo rapporto con i cani. Per me è vero che, oltre lo studio dell’etologia quale base di partenza, “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
La foto soprastante in cui Caramella è ritratta sul muretto pugliese non dovevo scattarla a lei. Volevo fotografare un altro cane, che pure conosce il “resta”ma non era in giornata, capita a volte, quello non collaborava, non stava fermo, continuava a scendere e salire, continuava a muoversi ed io, in preda alla frustrazione, continuavo a scattare foto all’estremità della sua coda in movimento. Stavo perdendo la pazienza ed ero sul punto di rinunciare, quando vedo Caramella andare vicino al cane, toccare con il naso il suo muso, guardarmi per un istante, poi, salire sul muretto e rimanere immobile, in posa, seduta come io avevo chiesto all’altro, rivolgendomi il sorriso che vedete. È stato come se avesse detto: – Non preoccuparti, lo faccio io per te. Ecco, va bene così? – Non mi restava che sorridere e scattare. Sì, questa foto sono contenta di averla fatta a lei. È stata ancora una volta il cane saggio che non si limita a capire cosa voglio da lei ed esegue il comando, ma comprende cosa chiedo o cosa mi fa contenta e interpreta a modo suo.
Lei era accanto a noi, a farci da mamma: il senso di accudenza che esprimeva con i bimbi sul setting di Terapia, lo dimostrava ogni giorno con mille attenzioni nei nostri confronti.
Quando è stato necessario, ha allattato, pur non avendo partorito, i cuccioli delle altre, come fa nella foto, in cui allatta i cuccioli di Vera, nutrendoli come fossero suoi, le altre la lasciavano fare, era giusto così, il Cane Capobranco era lei.
Aveva gli occhi parlanti, lo sguardo intenso, concentrato, era un passo più avanti. Era arrivata a un tale grado d’intesa con me e di consapevolezza del suo ruolo, che interpretava le regole, sentendosi talvolta al di sopra di esse e a volte perfino riteneva di dover disubbidire con quella disubbidienza intelligente che era una sua preziosa qualità.
Ho cani meravigliosi, sono fortunata, ognuno è un mondo a sé, ognuno è speciale a modo suo, ma, fra tutti i miei cani, lei restava sempre accanto a me, a camminare e mi cedeva il passo quando rientravamo in casa, ci facevamo i complimenti: – Passa tu! – No, passa prima tu!- Ha trasmesso a qualcuno con l’esempio questa delicatezza.
Quando si trattava di farci le feste, dopo un periodo di separazione, lei aspettava che gli altri avessero finito, poi si riservava uno spazio tutto suo, con calma, che noi dedicavamo solo a lei.
Il 12/05/2009 Caramella ha rivolto l’ultimo dolce sguardo a questo Pianeta, ora è più povero senza la sua presenza. Caramella era un grandissimo Cane d’Assistenza, ha lavorato per molti anni in Terapia a favore di bimbi diversamente abili e di persone in difficoltà, il più profondo dolore umano era lei che lo affrontava, al mio fianco. Basterebbe questo per fare di lei un essere speciale, ma Caramella era nata già speciale. Era la figlia di un grandissimo Cane Guida, Alba, era la prima nata e già da cucciola la più calma, socievole, tranquilla e intelligente. Puoi educare, istruire e addestrare un cane alla perfezione, ma l’energia che ha dentro è sua, non è acquisita. Caramella era un universo intero, era una manifestazione del Bene in forma di cane. Era una creatura saggia, schietta, benevola, profonda. Era depositaria dell’innato potere di abbattere resistenze e di costruire legami e contatti. Trovava comunque il modo, il linguaggio giusto per aprire porte, volatilizzare barriere, materializzare ponti. Lei POTEVA.
Tutti si fidavano di lei, quelli che non avevano mai toccato un cane, quelli che avevano sempre avuto paura dei cani, quelli che avevano avuto esperienze traumatizzanti con i cani, dopo pochi minuti l’accarezzavano, stupiti: – è la prima volta!- dicevano, senza credere ai loro stessi occhi, alle loro stesse mani.
Lei guardava benevola: aveva compiuto un altro dei suoi piccoli prodigi, così, semplicemente.
Era un grande morbido Cane Giallo, il pupazzone vivo dei suoi bimbi, desiderosa di dare e ricevere coccole da loro. Ma sempre attenta, presente, consapevole della sua responsabilità. Mi rivolgeva uno sguardo d’intesa e interpretava ogni mia espressione, ogni mio gesto nel modo più appropriato: – Allontanati un po’. Avvicinati. Stenditi. Ora resta ferma a farti coccolare. Questo bimbo ha paura, lo hai capito anche tu? Ecco che ti muovi al rallentatore, non lo guardi neppure e ti volti di spalle…Brava, il mio tesoro! –
Per le mamme era un riferimento: le rivolgevano la parola come fosse stata un’educatrice (lo era ):
– Caramella, com’è andato oggi questo monello? È stato bravo con te? – lei scodinzolava e, da mamma, rivolgeva le sue attenzioni a un’altra mamma che in quel momento ne aveva bisogno, perché era in ansia per il suo bambino. Continuava a dare amore, anche dopo il lavoro. Migliorava la collaborazione e i rapporti con le famiglie che si fidavano di lei. Le mie colleghe lasciavano fare, la rispettavano riconoscendole il titolo, era una di noi, un’educatrice.
Eccola con le colleghe e a destra, mentre insegna “i segreti del mestiere” a Gaita.
Caramella era anche un cane, ma era altro, molto di più. Caramella per me è stato il primo Cane d’Assistenza, prima in tutto e sempre lo sarà. È stata la Pietra Angolare su cui ho costruito il mio amato lavoro, tutto e’ partito da lei, mia Stella Polare. Quello che sapeva fare lo sapeva trasmettere, così, il testimone è passato e passerà da un cane all’altro, a tutti i Cani di Gioia, grazie anche a lei.
Per noi era una persona di famiglia, la capobranco del mio gruppo di cani, il riferimento, la rassicurazione, la saggezza, la consolazione. Vigilava sul branco, manteneva pacifici e sani i rapporti fra i cani del gruppo, accoglieva sempre i cuccioli, non le importava che non fossero i suoi, erano suoi comunque, li cresceva, li proteggeva attentamente: mai il suo sguardo premuroso li abbandonava, educava loro e tutti gli altri…
Era autorevole senza essere autoritaria, nessuno, uomo o cane ha mai messo in discussione il suo primato, semplicemente si rimaneva soggiogati dalla sua presenza fiera e gentile.
Era il mio cane, la Grandissima Femmina, era figlia, compagna, collega, amica, confidente e madre. Si prendeva cura di me e di tutti. Era la capobranco del mio gruppo di cani, tutti suoi, anche se non suoi figli biologici, perché da lei impostati- che fortuna per me e che privilegio!-
Era il mio braccio destro e anche il sinistro, la mia confidente, la mia amica, quella che sapeva rimediare a tutto, la mia consolazione. Se ero stanca e svuotata, mi bastava incontrare il suo sguardo per ritrovare la carica.
Era la mia coetanea “che sapeva”, quella che leggeva il mio cuore che le era caro, ci siamo ritrovate ad essere giovani insieme e poi a non esserlo più. Cerco il suo corpo morbidone, gli altri cani arrivano per consolarmi, lei non c’è: – Dove sei? Sei qui con me, amore mio? So che ci sei..
Il mio, il nostro dolore per essere separati da lei è pari soltanto alla gioia che ci ha dato nei meravigliosi nove anni in cui abbiamo avuto il privilegio del suo amore. Era un angelo a quattro zampe, una creatura del Bene che ci era stata data in prestito, per nove anni e sette mesi, poi, il Bene l’ha rivoluta indietro. Chissà, forse ora gioca con i bimbi che stanno in da qualche parte, in un posto migliore, se è così, capisco: serviva moltissimo anche lì.
Non mi piace chi sostiene di non volere un cane per non soffrire della sua morte: quella è gente che non vuole accettare il dolore perché non vuole affrontare la vita! Invece Caramella era – è – vita. L’energia che lei ha emesso sopra di sé, sotto di sé, intorno a sé esiste, non mi lascia. So che è con me.
La mia mano cerca ancora a tentoni il suo testone che la riempiva tutta, sempre al mio fianco e non lo trova più, ma lei è qui, lo so, vorrebbe dirmelo. Me lo dicono gli altri cani che abbaiano in coro, lo sguardo rivolto verso il luogo dove riposa, come se la vedessero… Io non posso.
Me lo dice la civetta che si è posata vicino, simbolo di saggezza e di sapienza – Sei tu, amore mio? – So che vorrebbe dirmi: – Ehi, Gioia, stai su, sono qui, ci sarò sempre, dai, fammi un bel grattino alla pancia, sorridi. Ed io sorrido e continuo anche per te, Caramella cara, amica mia per sempre.
Resta la traccia bellissima che ci lascia, quello che abbiamo imparato da lei, il bene che ci siamo voluti. Non baratterei questo tempo vissuto insieme con niente altro al mondo! Pago volentieri il mio tributo di dolore, pur di aver avuto con noi una creatura meravigliosa.
Ci sarebbe tanto altro da dire su lei, avrei voluto che tutti l’aveste potuta conoscere, è veramente lei mentre lavora con i suoi bambini, è così che la ricorderemo sempre. E’ così che la ricorda chi l’ha conosciuta e ha voluto darle l’ultimo saluto.
Riposa all’ombra dell’ulivo fiorito.
Le abbiamo aggiustato intorno al collo la sua bandana di Cane di Gioia perché di gioia, nei suoi nove meravigliosi anni, ne ha regalata moltissima a tutti quelli che incontrava. Arrivederci, amore mio, se esiste un Paradiso, tu sei lì, ma ovunque tu sia, e’ lì che voglio andare e trovarti ad aspettarmi, col tuo meraviglioso sorriso di Cane Buono.
Ho sognato che pioveva forte
Ma non c’eri tu
Tu che hai sempre l’ombrello aperto
Quando viene giù
E ripari col buon senso anche un matto come me
Che stasera dentro questo sogno deve fare come te
Devo fare come te quando con la gentilezza
Che ti viene facile rubi agli altri l’amicizia
Devo fare come te quando uccidi con dolcezza
Tutta la stupidità di chi non ha torto mai
Ho sognato ch’ero in Paradiso
E non c’eri tu
Io mi son guardato bene in giro
Ed ho detto:
torno giù.
(Gino Paoli)
ROTA’S BESTBLACK
MISTRAL (L’ABBRACCIATORE)
Therapy Dog
12/11/2007 – 04/09/2017
da:
MULTI CH. UNSUNG HERO OF TINTAGEL WINDS
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WICKED LADY OF TINTAGEL WINDS
L’Amico Maestrale, il freddo vento del Nord che soffia via le nubi, portando il sereno, mi scaldò il cuore, portandomi un altro grande tesoro, il nostro bellissimo Labrador nero, nero e lucido come una foca, nero come la metà di me che mi sento e sono nera a metà. Era un cucciolo bellissimo!
Fin da piccolissimo si poteva intuire che era speciale: In mezzo agli altri cuccioli chiassosi e festanti, lui, calmo, per nulla distruttore, si sedeva e ti guardava, curioso, riflettendo. Che cucciolo!
Il nostro coccolone era ansioso di compiacerci, entusiasta di condividere qualsiasi esperienza con noi, senza un’ombra di timidezza, andava d’accordo con tutti, potevamo portarlo ovunque, tutti restavano incantati a guardare quel bel cane nero grande, dolce. Mistral era la bontà fatta cane, il candore, l’innocente fiducia…
Quando lavoravamo in Terapia Assistita, Mistral non era favorito dal suo colore: noi umani, anche i bambini, in genere preferiamo gli animali chiari, proviamo un po’ di diffidenza per quelli neri, forse perché le espressioni del loro viso risultano meno leggibili, certo che, quando arrivava Mistral, con la bandana rossa e gialla dei Cani di Gioia, con la coda che andava a mille e il suo enorme pupazzo- coccinella in bocca… paure e diffidenze si scioglievano come neve al sole! Mistral ha lavorato a lungo anche in un CSE a favore di giovani adulti psichiatrici: un Cane d’Assistenza fantastico!
Per i programmi di Terapie Assistite dal Cane, anche per quelli di profilo alto, quelli particolarmente impegnativi, Mistral era molto adatto, perché lui restava fiducioso e tranquillo, “sentiva” l’umano, entrava in empatia con naturalezza e sapeva come stabilire un contatto, creare interesse, far nascere un sorriso. Questo nessun addestramento o educazione può insegnarlo, è una dote innata.
Mistral adorava nuotare. Si era autonomamente ficcato in testa di essere il nostro Labrador “da soccorso in acqua”, ma non aveva ricevuto un addestramento specifico! Tuttavia non c’era verso di distoglierlo da questa fissa di volerci salvare! Con i suoi quaranta chili di Labrador adorante, il premuroso ci piombava addosso sommergendoci di baci ansiosi, per assicurarsi che eravamo ancora vivi!
Abbiamo avuto e abbiamo cani eccellenti, ma non amiamo andare in mostra, per quelle poche volte che Mistral è entrato nei ring, ecco i suoi risultati:
3° ECCELLENTE CLASSE GIOVANI NAZIONALE GALATINA-LECCE 19/10/2008
1° ECCELLENTE C.A.C CLASSE INTERMEDIA NAZIONALE EBOLI -SALERNO 29/03/09
1° ECCELLENTE C.A.C. CLASSE INTERMEDIA NAZIONALE MOTTOLA –TA 25/04/09
3° ECCELLENTE CLASSE INTERMEDIA RADUNO GALATINA- LECCE 01/05/09
2° ECCELLENTE CLASSE INTERMEDIA INTERNAZIONALE GALATINA- LECCE 03/05/09
Mistral era il nostro romantico, sensibile, amorevole e fiero Labrador nero. Ci consola soltanto il pensiero di trovare nei nostri cuccioli un po’ di lui, della sua intelligenza, del suo fantastico carattere.
Arrivederci, tesoro grande! La vita senza te è più povera… ci manchi tanto tanto, amore.
FLY AWAY GOLD SPIRIT
PEPITA (THE BOSS)
05/11/2006 – 19/02/2018
da:
MULTI CH. UNSUNG HERO OF TINTAGEL WINDS
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CH. WITCH HAZEL OF TINTAGEL WINDS
HD: B; ED: 0; OCCHI: OK; OPTIGEN A PER PARENTELA
Pepita, Spirito D’Oro, era la mia Meravigliosa Creatura. E’ stata il mio terzo Cane d’Assistenza in ordine di arrivo, era lei la Femmina Alfa del branco. Dopo noi bipedi c’era lei. Non le sfuggiva nulla, era uno dei cani più vigili, ricchi di tempra e attivi che abbia conosciuto. Quando l’ho scelta sapevo che sarebbe stata un uragano, ma me ne sono perdutamente innamorata:
Splendidi occhi ardenti, coda in movimento frenetico, sguardo furbo e diretto, nessun timore, nessuna esitazione: Pepita ubbidiva solo se ti rispettava, era una quercia che si piegava come un fuscello unicamente al vento dell’amore. Da piccola è stata un terremoto, in età matura era una gran Femmina, piena di personalità! Amava stare al centro dell’attenzione, come quando lavorava ed era il mio piccolo soldato: al piede, con o senza guinzaglio! Riporto! Seduta! In Piedi! Di corsa! Fantastica, unica! Pepita ha lavorato in Attività ed Educazione assistita, molto portata per le attività di movimento e di obbedienza, ha amato intensamente, riamata nello stesso modo, i ragazzi che hanno imparato con lei l’apprendimento delle regole. Pepita era capace di seguire i programmi in TV, non li guardava di sfuggita, li seguiva proprio! Faceva le facce strane, sicuramente presa dalle sue personali riflessioni e commentava a modo suo! Aveva una grande acquaticità, era davvero un pesciolino nell’acqua! Salute di ferro, mamma eccellente di meravigliosi cuccioli. In mostra si è sempre qualificata eccellente e ha portato a casa più di un lusinghiero risultato:
– Miglior Coppia Labrador, con suo fratello, all’Internazionale di Milano, nel Gennaio 2008;
– Miglior Giovane Femmina Labrador alla Nazionale di Bra 19/04/2008
– Miglior Giovane di Razza alla Nazionale di Bra 19/04/2008, vincendo il “Premio Solaro” 2008
1° ECCELLENTE C.A.C CLASSE LIBERA NAZIONALE EBOLI -SALERNO 29/03/09
4° ECCELLENTE CLASSE LIBERA NAZIONALE MOTTOLA –TARANTO 25/04/09
3° ECCELLENTE CLASSE LIBERA RADUNO GALATINA- LECCE 01/05/09
4° ECCELLENTE CLASSE LIBERA INTERNAZIONALE GALATINA- LECCE 03/05/09
19 febbraio 2018: ci sono momenti nella vita in cui ti è chiesto molto. Abbiamo già perso Mistral a settembre scorso, non ne parlo, ci penso ogni giorno. Adesso Pepita, l’Indistruttibile, ci ha lasciato. Certo, sono cani senior, non più giovani, e noi siamo preparati. Ho detto addio a tanti amori: Namor, Pippo, Caramella, Vera… gli animali sono un po’ angeli e un po’ bambini, diceva Totò, e questi bambini siamo chiamati a crescerli, farli gioire, giocare, sviluppare, correre, nuotare, a volte figliare e poi dobbiamo anche accompagnarli nell’ultimo viaggio. E’ una responsabilità, un privilegio solo nostro e non ha prezzo. E lasciano vuoti. Vuoti sul divano, vuoti ai nostri piedi, vuote le ciotole, vuote le brandine, vuoto quel posto che era loro, accanto alla finestra, quando aspettavano noi, sentinelle del nostro amore. Ma il nostro cuore no. Non lo lasciano mai vuoto. Come tutti quelli che ci hanno amato sinceramente, restano lì, presenti, in ogni attimo della nostra vita. Al nostro fianco, seguendo i nostri passi, invisibili, in silenzio, scodinzolando.
Abbiamo accompagnato Pepita nel suo ultimo viaggio. Siamo energia presa in prestito che alla Terra deve tornare. Era uno dei miei cani, una di noi. Ora riposa accanto a Mistral. Buon viaggio, amore mio.
PIPPO
??? – 16/02/2004
da:
???
Era un cane Paria, aveva conosciuto la strada, la fame e il tradimento e sapeva il fatto suo. Sedusse prima mio marito e poi tutta la famiglia e non ci volle tanto! Era già educato e pulito, quando lo portammo a casa, si comportò da vero gentilcane e non sporcò neppure la prima notte! All’età di due mesi doveva essere stato bellissimo, un orsetto biondo, a sette, quando lo incontrammo noi, era solo un meticcio fulvo come tanti, almeno così pareva. Sicuramente aveva conosciuto l’esperienza di vivere in casa con il farabutto che lo aveva portato con sé quando era molto piccolo, ma poi, quando non somigliava più al Cucciolo della Carta Igienica (di cui quel padrone era degno), non aveva esitato ad abbandonarlo per strada, il che significava morte sicura. Invece ha vissuto con noi 13 anni e mezzo. Era un grande soldato, la nostra sentinella. Da cucciolotto era giocherellone, ma, compiuto l’anno, cominciò a prendersi davvero molto sul serio! Fu probabilmente uno dei prodotti migliori della Scuola Militare nella quale era stato abbandonato, aveva la difesa nel sangue! Mi ricordo che prendevamo in fitto ogni anno una piccola casa al mare, quando le mie figlie erano bambine. Il proprietario entrava in nostra assenza per curare il giardino, questo finché Pippo non era stato dei nostri: noi l’avevamo avvisato che il cucciolone non scherzava! Al nostro rientro, trovammo il poveruomo appollaiato sul pero, non osava scendere! Pippo era lì sotto che non lo perdeva d’occhio un istante, non lo aveva toccato, non si era lasciato blandire e non intendeva lasciar perdere! Era nato guardiano. Non era troppo espansivo con gli estranei, cani o persone, pur non essendo mai minaccioso senza un validissimo motivo e non passava mai all’azione senza prima aver chiaramente diffidato l’avversario in ogni modo possibile. Non sbagliò mai nel giudicare le persone: rispettava gli ospiti, ma, se uno gli stava antipatico, situazione non frequente, anzi, piuttosto rara, poi, alla lunga, si scopriva sempre che, in qualche modo, aveva ragione lui. Una di queste persone, un adolescente troppo esuberante che, entrando in casa, aveva abbracciato mia figlia con troppa euforia, dichiarò che ormai la sua vita si divideva in “Avanti Pippo e Dopo Pippo”: aveva avuto occasione di conoscere Pippo, diciamo, troppo da vicino, ne era uscito indenne, ma psicologicamente… provato dall’esperienza! Quando le mie figlie adolescenti erano in casa sole, scattava spontaneamente il suo enorme senso di protezione: le sue adorate cucciole di casa erano affidate a lui, quindi qualunque estraneo si presentasse alla porta, veniva accolto dal suo calmo, diffidente, abbagliante sorriso “a 42 denti” che non aveva davvero nulla di rassicurante! Certo, non avrebbe mai potuto fare il cane da Pet Therapy, l’idea ovviamente non mi ha mai neppure lontanamente sfiorata! Era tuttavia capace di grandi manifestazioni di tenerezza, rare, preziose, di cui poi si vergognava! Un giorno lo cogliemmo in uno di quei pochi momenti di debolezza, mentre si abbandonava a una romantica sniffata ai fiorellini. Poi, notando la nostra presenza, iniziò a comportarsi da vero scorbutico per darsi un contegno! Pippo era molto forte di carattere ed io all’epoca non conoscevo che poche imprecise nozioni su come si tratta un vero leader. Durante uno scambio di opinioni, diciamo piuttosto animato, mi morse, non lo avevo rispettato e non avevo cercato il suo rispetto, avevo solo tentato di piegarlo con la forza: me l’ero cercata, fu colpa mia. Questo episodio mi fece riflettere e crescere, così cominciai a cercare un modo diverso di educare i cani, gentile ed efficace, non più basato sulla dominanza, ma sulla leadership. Amavo definirlo ” Il nostro Sergente di Ferro”: non so se avete presente il classico sergente dei marines dei film americani… beh, lui era così. Aveva peraltro un suo codice d’onore, chiaro, inflessibile: “I cuccioli di tutte le specie sono sacri ed anche le femmine. Con tutti gli altri… ce la dichiariamo!” Era anche, e sempre resterà, il nostro fedelissimo, leale e dolcissimo vecchio Pippo (ma non si poteva dirglielo, altrimenti borbottava, a disagio!). Avrebbe volentieri e senza esitare, dato la sua vita per difenderci, non ho alcun dubbio su questo. Era fedele. Aspettava mio marito di ritorno dalla nave, sulla soglia di casa, tutto impettito, con gli occhi brillanti e il tartufone nero che fremeva, senza osare avvicinarsi alla sua divisa, quasi ci aspettavamo che da un momento all’altro portasse di scatto la zampa da Yeti alla testa, in un improbabile saluto militare e si mettesse a urlare a pieni polmoni: “PRESENTATT – ARM!” Pattugliava il perimetro del giardino incessantemente, guai a distrarlo, tanto che aveva formato, a furia di calpestarla, una stradina di terra battuta. Ne eravamo convinti: un giorno o l’altro avremmo visto le estremità delle sue orecchie da lupo spuntare, muovendosi furiosamente avanti e indietro, in ronda, nella trincea che avrebbe scavato!
È andato via con la dignità che gli apparteneva, da vecchio soldato. Ti ritroverò un giorno… di nuovo giovane e infaticabile, so che già fai la guardia al luogo migliore che mi aspetto di trovare, dove con me ci sarete voi, impagabili compagni di vita
ATHENA
VERA
23/10/2001 – 09/10/2011
da:
AREK
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BAGHEERA
Vera era il nostro Mastinone Tenerone. Era un Cane Corso ed era il cane più forte e più fragile che abbiamo avuto. No, non esagero. Come riuscisse a conciliare tanta sensibilità con 53 kg. di muscoli saettanti, fatevelo spiegare da chi ama i molossi, conoscendoli a fondo!
La nostra piccola Vera era fuori taglia, era una femmina enorme e avrebbe potuto, se avesse voluto, mettere tutti a tacere solo con uno sguardo, ma lei non lo faceva mai.
Quando ci correva incontro, pazza di felicità per il nostro rientro, ricordava un Murgese al galoppo, la terra tremava sotto i piedi, era spaventosa con i muscoli guizzanti sotto la pelle tesa, le guance che sventolavano pendule, scoprendo il suo arsenale di orribili canini: sembrava il feroce ghigno della figlia di Cerbero… invece era solo il suo sorriso.
Era così attenta e delicata nel muoversi, che non ha mai combinato disastri ed era tanto comica e tenera quando ci guardava con i suoi occhioni dolci! Se per caso sgridavo Pepita per una delle sue,
Pepita se ne faceva un baffo, come sempre fa, il Mastinone, invece si offendeva, ne soffriva profondamente e se ne andava in un cantuccio, cercando di farsi piccola (uno sforzo quanto meno poco realistico!) e tutti noi giù a dire: – Noooo! Non è con il Mastino! – Allora si riprendeva, sculettava col codino e tornava tutta rinfrancata. Aveva il faccione rugoso che le pendeva, tragico come quello di una maschera del teatro greco antico, i Labrador, più giovani, si divertivano da matti a tirarglielo… forse avremmo dovuto chiamarla Antigone…
Per i Labrador tutto è buffo e divertente, per lei ogni cosa era drammatica e preoccupante. Nella nostra famiglia un po’ folle, bipolare come lo è la vita di tutti i giorni, lei rappresentava la fase depressa, i Labrador la fase maniacale.
Vera era confusa rispetto alla sua identità, cominciava a denunciare sintomi di uno sdoppiamento della personalità: a volte la sorprendevamo con aria stordita a riportarci una scarpa! Per forza! In mezzo a tutti questi retriever, non sapeva più chi era e cosa avrebbe dovuto fare un autentico Cane Corso! Povera Vera, depressa! Vera è stata la vittima prediletta delle monellerie di Gioconda e la martire rassegnata delle diavolerie di Pepita che subiva pazientemente, ed era anche, e sempre resterà, la bambinona di Caramella, pensate che prima di addormentarsi, ogni sera, Mamma Caramella, che si sentiva la mamma di tutti noi, andava dal Mastino e le leccava la faccia, le orecchie, gli occhi, sapeva che lei ne aveva bisogno, così la Mastinona si addormentava felice e coccolata, sognando di essere un retriever o, meglio ancora, un bianco cane da grembo.
Quando Caramella non fu più con noi, gli altri Labrador fecero a gara a coccolare la Masti, ma lei sentiva la mancanza di chi non c’era più… Ora sono insieme, per sempre, spero.
Pippo non era mai riuscito a farne un duro cane da guardia: lei alle ronde incessanti, preferiva il divano, il calduccio, il caminetto, una bella tribuna politica in TV, per ronfare in pace. Adorava viaggiare in macchina, è sempre stata felice di accompagnarmi a prendere le figlie all’uscita da scuola! Era la loro cagnolona tenera e dolce e innamorata che scodinzolava alle sue bambine con il codino impazzito di felicità quando le rivedeva
Ciao, Vera, ti sei addormentata tra le nostre braccia. Grazie per l’amore e la fiducia che ci hai regalato! Siamo stati fortunati ad averti con noi. è stato bello e siamo fieri di te.
Ti pensiamo sul divano fatto di nuvole, a sorvegliare amorevolmente i nostri passi.